domenica 30 maggio 2010

RECINTO

Testo scritto in occasione del progetto “Lanscape Joining The Dots” - 16 maggio 2010



In principio fu...l'istinto (?).

Milioni di anni fa il primate vive con gli altri coinquilini terrestri, piante e animali.
In un ambiente già biodiversificato, quotidianamente fa i conti con la sua sopravvivenza, coesiste, lotta e resiste ai processi di selezione naturale.

In seguito fu il recinto.

Quando l'uomo scopre l'importanza dell'agricoltura e dell'allevamento, passa da una fase in cui è lui a doversi adattare a tutto ciò che lo circonda, ad un processo d'appropriazione e controllo del territorio, ponendosi gradualmente in una posizione di potere rispetto alle altre specie viventi e simultaneamente producendo differenze sociali: si passa da un'economia di sussistenza ad un modello di crescita basato sull'accumolo di bene.
L'uomo ha ora un nuovo status sociale: ha la proprietà di un recinto, sulla quale ha il potere di dirigere risorse umane e materiali.
Solcare un confine tra Un interno e l' esterno ha dato origine alla dicotomia oppositiva cultura-natura, nella quale l'uomo si sente demiurgo e governatore.
Tutti i meccanismi di selezione sembrano ora essere nelle sue mani e direttamente proporzionali al dictat economico.

E furono i confini.

L'uomo modifica e controlla il territorio definendolo giuridicamente, stabilendo così il ruolo del singolo individuo rispetto alla comunità di appartenenza, e la stessa rispetto alle altre comunità.
Il recinto si allarga e prende la forma della frontiera: immaginata, percorsa o rivendicata.

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