sabato 24 aprile 2010

il blog si arrichisce

Ci siamo detti: ma perche' non facciamo una pagina con le piante della Fondazione visto che sono i soggetti di cio' che si parla qua' sul blog?
..e una pagina sulle ricette?
e una come vocabolario dove si intrufolano i termini chiave di questo percorso?
Detto fatto, qua' sopra abbiamo elencato le tre pagine dedicate alle speci, alle ricette e ai termini.
Si parlava anche di farne una dove si elencavano i progetti artistici, ma ancora non siamo sicuri di cosa metterci.

Quindi, le piante stanno popolando l'erbario, e facendo le varie schede hai anche dato una locazione di dove trovarle in Fondazione, che porta ad una considerazione, forse ci vorra anche una mappa virtuale..
Per quanto riguarda le ricette Letizia si e' indaffarata a creare una pagina simpatica e vivace, un'umorismo ben accolto per contrastare alcuni articoli tuoi, che a volte tendono al drammatico.
E questo ti porta a Transition Town, Citta di Transizione, e in particolare al vademecum di questo movimento che si sta' allargando a macchia d'olio, dove la comunita' si fa' proattiva nel prendere atto degli sprechi sociali per trasformarsi in nuclei sostenibili.

Non serve a niente buttarsi giu' davanti al disastro ambientale, anzi, tanta gente, anche in Italia, si sta' organizzando per riscoprirsi efficaci e sostenibili, vedi la delibera comunale del Comune di Monteveglio, Provincia di Bologna (Pdf, 46kb)

Ora, per capire bene cosa sta' succedendo, e la televisione non dice, bisogna cominciare con lo spiegare, in italiano, che cos'e Peak Oil, cliccate e buon viaggio.

venerdì 23 aprile 2010

Questo e' l'anno dei Gerani




Cosi' ha detto Francesco DeSantis, ed effettivamente il prato ne e' pieno.
Gli anni cambiano, e le rappresentanze botaniche si adeguano, alcuni anni ci sono piu' di un certo tipo, altri anni certe speci non si trovano proprio.
L'anno scorso c'era una rappresentanza vistosa di carotoni, Daucus carota, ed il perche', ti spiegava tua madre, bisognava ricercarlo nella successione climatica: l'anno scorso ha avuto una primavera molto piovosa, seguita da un'estate estremamente secca. L'acqua c'era, ma era scesa bassa nel terreno, e le piante con radice lunga hanno potuto trarne vantaggio e fiorire rigogliosamente.

Martedi vi siete trovati per l'incontro settimanale e si e' discusso a lungo su possibili concretizzazioni di questo viaggio investigativo, con i pro e contro di una o l'altra iniziativa.

Si e' discusso il ruolo della Fondazione davanti a questo progetto che mira ad un' apertura populista e non del tutto atipica: una Giornata della Misticanza.
Le obiezioni da un punto di vista qualitativo delle investigazioni artistiche sono valide, con tanto di esempi di progetti simili in altre locazioni, anche se loro si interessano piu' del cucina-guarda-apprezza-mangia (vedi artedamangiare.it).
Eppure, nonostante tutto, il modo migliore di esporre cio' che si e' valutato e' proprio una semplificazione di contenuti.
Dal tuo punto di vista l'Arte Contemporanea deve essere rivisitata in tutti i suoi sprechi, tanto quanto il nostro vivere quotidiano di condizionatori d'aria, di macchine veloci, telefonini alla moda e piu'.
Tu come artista proponi una provocazione non indifferente, tanto quanto altri gia' stanno facendo, come WorldWatch per esempio, l'associazione indipendente di analisi globale stimata in tutto il mondo per la loro obbiettivita', che hanno deciso di non publicare piu' il loro bimestrale cartaceo, subito dopo aver reso publica l'ultima analisi, State of the World.
I motivi dell'abbandono del formato cartaceo sono presentati come economici, peccato, hanno perso la possibilita' di dire qualcosa di piu' con il loro esempio. Le loro parole sono pero' autorevoli e punto di riflessione.

Riporti qua' una tua traduzione dall'introduzione allo studio:

Nel 2006, la popolazione mondiale ha speso 30,5 miliardi di dollari in beni e servizi.
Nel solo 2008 sono state acquistate 68 milioni veicoli, 85 milioni frigoriferi, 297 milioni computer, e 1,2 miliardi di cellulari.
Il consumo è cresciuto notevolmente negli ultimi cinque decenni, un aumento del 28 percento rispetto al 23.900 miliardi dollari spesi nel 1996 e fino a sei volte dai 4.900 miliardi dollari spesi nel 1960.
Alcuni di questi aumenti derivano dalla crescita della popolazione, ma quetsa è cresciuta solo di un fattore di 2,2 tra il 1960 e 2006, mentre le spese di consumo per persona sono triplicate.
Trasformare le culture non è, ovviamente, un compito facile. Tutto ciò richiederà decenni di sforzi in cui pionieri culturali, quelli che possono uscire dalle loro realtà culturali sufficientemente da esaminare criticamente la societa' del consumo, dovranno lavorare instancabilmente per reindirizzare punti nevralgici dove la cultura si forma: istruzioni, imprese, governi e esercizi mediatici, nonché movimenti sociali e le tradizioni umane a lungo andare.
Deviare e reindirizzare queste agenzie culturali sarà un cambiamento fondamentale se l'umanità vuole sopravvivere e prosperare nei secoli e millenni a venire, e dimostrare che "vale la pena di salvarci."

Si puo' scaricare il trattato per intero qua'

La foto sopra tu, come artista, la leggi come una scoperta, una sorpresa, una considerazione, una rivisitazione, un prender atto di..

comments welcome

mercoledì 21 aprile 2010

Kekís


Cos’ è quella “cosa” rossiccia e lucida, strana e deforme, grande come una noce e “ancorata” ad un rametto secco di quercia, che rischiavamo di calpestare nel parco-giardino della Fondazione?

Non è un frutto. Non è un fiore. Non è un fungo. Neppure un animale e neanche plastica.

E’ una galla o cecidio( dal greco kekís / kekîdos. Zoocecidio se di origine animale; fitocecidio se di origine vegetale), una piccola meravigliosa mostruosità della natura: possiamo infatti considerarla un “affascinante tumore vegetale” ( escrescenza ipertrofica o iperplastica): un attacco parassitico di funghi o batteri che ricavano la loro sede di sviluppo, o la deposizione di uova di insetti che creano il “nido” per le loro larve, fanno letteralmente “impazzire” la produzione delle cellule di foglie, rami o radici in cui hanno prodotto o iniettato sostanze chimiche e velenose.

In Italia le quercie sono la specie prediletta soprattutto da alcuni simpatici e mefistofelici insetti simili ad una vespa della famiglia delle Cynipidae.

Questi rigonfiamenti contengono acido gallico ricco di tannini e le soluzioni acquose in esso contenute ossidandosi all’ aria, donano un colore bruno-rossastro alla superficie esterna, a volte leggermente collosa.

Esistono varie tipologie di galle a seconda del parassita e della pianta.

Creare una malattia per assicurarsi la vita. Quasi paradossale ma incredibilmente naturale.

E sembra capitare per caso quest’ incontro curioso e accidentale dopo aver discusso a lungo sul diabolico punteruolo rosso…

Concrete Island

E' in vigore nella regione Lazio la Legge Regionale n.10 del 02-04-2003, secondo la quale, nelle aree naturali protette individuate dal piano regionale, è vietata qualsiasi attività edilizia.
Dai discorsi affrontati nell'ultimo incontro in fondazione, emerge che tale attività minaccia comunque il parco di Veio. Questo ha indotto una riflessione sull'edilizia in tutta la campagna laziale, e sulle problematiche che coinvolgono il paesaggio dell'intera regione.

"Le città si mangiano il terreno agricolo. Sembra che quei terreni intorno alle città stiano lì ad aspettare. Se producono agricoltura, se sono paesaggio, valgono poco, se si decide di costruirci sopra, all'improvviso valgono di più.[...]"

Questo emerge dall'indagine Il male comune, condotta da Michele Buono e Piero Riccardi ed andata in onda su Rai3 nella puntata di Report del 31-05-2009.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-65b551de-163c-438a-a4ec-d7f1bcc8b383.html?p=0

Alla luce di questo video, rileggo alcune parole di Massimo Venturi Ferriolo:
"Paesaggio non è una nozione. Eric Dardel lo considera espressione fedele dell'esistenza: una verità rivelata nel paesaggio, non come teoria geografica o valore estetico. Per gli antichi era l'ambito complessivo della vita umana."

Conclusioni tutt'altro che rosee.
Se il cemento modifica il paesaggio urbano alienandone i confini e facendolo sconfinare nella campagna, allo stesso modo annulla la campagna rendendola periferia urbana. Il risultato è un non luogo. E' lasciare che l'ambito complessivo della vita umana sia nient'altro che grigio.

...Che lo sguardo dell'arte non possa cambiare questi colori?

lunedì 19 aprile 2010

Incontrando i botanici


Un fantastico fine settimana, ricco di stimoli e discussioni.
Domenica si e' organizzato un incontro in Fondazione con due persone squisite, ricche di sapere locale sul paesaggio, e veramente disponibili a discuterne gli aspetti:
Maria Elisabetta Aloisi Masella
Operatrice presso l’Orto Botanico di Roma dal 1984, collabora da diversi anni con il Corpo Forestale dello Stato e l’ Università “Sapienza” di Roma. Ha partecipato come ospite a diverse trasmissioni televisive sul tema della botanica, e si è occupata dell’organizzazione di convegni e seminari sul tema.
Dal 2009 collabora alla realizzazione di visite didattiche presso il Parco Naturale di Veio.
Francesco De Santis
Ingegnere attivo da anni nel campo della botanica e dell’agronomia con specifico interesse per lo studio delle palme e del loro ecosistema. Ha lavorato in Costa d’Avorio, Liberia, Niger, Togo, Benin, Gabon, Ghana, Nigeria, Mauritania, Sierra Leone, Guinea, Francia, Belgio, Spagna, Isole Canarie, Tailandia, USA stato di N.Y., USA stato della Florida. Dal 2001 al 2005 ha tenuto lezioni e seminari presso L’università di Palermo, dipartimento di Scienze Naturali. Ha pubblicato recensioni per Il Sole 24 ore, Giornale di Sicilia, La stampa, D di Repubblica, Gardenia e Il Carabiniere.

All'incontro hanno partecipato poi anche Carla Subrizi, Gianfranco Baruchello, i membri del gruppo di lavoro che ti sta' accompagnando in questa residenza e te.

Il tema dell'incontro era di stabilire contatti piu' solidi con Franceso De Santis e Maria Elisabetta Aloisi Masella, continuando l'impegno della Fondazione, tramite il progetto Dislocazioni, di formulare una rilevanza locale nella realta' regionale dove si trova, Parco di Veio, campagna Romana a nord della citta'.
Abbiamo trovato subito punti di interessi comuni, il paesaggio che ci sta' attorno, e il dibattito ha snocciolato alcuni aspetti importanti per quanto riguarda la 'rilevanza' locale.

Per presentare il tuo ruolo in tutto questo agli ospiti hai voluto riflettere sulla tua pratica artistica, in modo da chiarire a validare il tuo processo investigativo.
Vedi l' articolo precedente dove hai riportato il tuo intervento per intero.

Ora, di qua' continuate. I discorsi sbocciati sul ruolo dell' arte nei mecchanismi della gentrificazione speculativa verranno ripresi e elaborati, la presenza del nuovo problema ecologico rappresentato dai Rincofori, insetto tropicale che sta' decimando la maggior parte delle palme dell'Europa, sara' messo in contesto in una piu' grande realta' di degrado ambientale, e il ruolo che una Fondazione artistica dedicata al paesaggio, territorio e il rapporto fra uomo e natura verra' definito e ridefinito discorso dopo discorso, discussione dopo discussione, in modo da realizzare un'arte con una rilevanza vera, non esoterica, filosofica e/o estetica.

Un'arte instigatrice e partecipe in un processo di co-adiuvazione sociale mirata a creare delle nuove dinamiche di sostenibilita'.

Tutto questo organizzando un prossimo incontro dove i partecipanti si potranno abbuffare di Misticanza, un ricetta locale che si basa su cio' che la natura offre in questa stagione.

Dettagli fra poco, ricetta qua' sotto, offerta da Federico, romano, operatore sociale che lavora con i ragazzi del campo Rom qua' a Prima Porta:

MISTICANZA

Misticanza, sta a significare mescolanza, ed e' un insieme di verdure servite crude. Le verdure non sono sempre le stesse e cambiano a seconda della stagione e della disponibilita'.
Nella misticanza entrano prima fra tutte la cicoria di campo, poi il crespigno (o crespino o lattuca pungente), il caccia-lepre, la cresta di gallo, il dente di leone (o pisciacane o tarassaco), la pimpinella, i raponzoli (o rapenzoli), l'erba noce (o erba s. pietro), la cipiccia (lattughetta o radicchiello), la valerianella (dolcetta), la papala (pianta di papavero), il cordone del frate, l'orecchio d'asino, l’indivia, l’erbanoce, la porcellana, la rughetta e i cuori di lattuga.


Ma tu, che arte fai?

Riporti qua' copia dell'intervento introduttivo preparato per l'incontro con Francesco deSantis e Elisabetta Aloisi Masella.
In prima persona:


Ma tu, che arte fai?

Vorrei qua presentare una piccola rassegna di interventi artistici dell'immediato passato cui io ho partecipato.

L'idea e' di creare un nesso fra quello che ho fatto finora con cio' che stiamo facendo qua in Fondazione, sotto l'auspicio del maestro Baruchello e della dottoressa Subrizi.

Presentero' due lavori in particolare; The hanging Gardens and Other Tales (I Giardini Pensili e altre Fiabe) e The Tour of Beauty ( Il Tour del Bello)

Tramite questi due lavori cerchero' di spiegare come mi muovo nel mondo dell'arte e con che mete.

Inanzitutto la maggiorparte del lavoro che svolgo lo faccio in collettive, poche volte lavoro da solo. Certo si puo' obbiettare che nessun essere opera in un vacuum, ma nel mio caso, spesso e volentieri non posso neanche rivendicare paternita' individuale di molti avvenimenti, in quanto la paternita' e' divisa e goduta da tutte le parti. La paternita' e' collettiva.

Questo da' luogo a tutta una serie di strane dinamiche di 'proprieta' artistica individuale' all'interno della paternita' collettiva, dinamiche discusse ed affrontate ripetutamente con i miei collaboratori e collaboratrici, ma non vogliamo parlare di questo.

Con questo intervento si vuole presentare il nesso, fra la mia pratica artistica e la Fondazione Baruchello.

Il mio interesse e' nell'ambiente, ma non nel senso di piante e animali e paesaggi da analizzare, catalogare e presentare in qualche forma esteticamente efficace. Il mio interesse non e' nell'esotico, nel lontano, selvaggio, puro, ancestrale, sacro.

Il mio intersse e' nell'ambiente che ci creiamo attorno, quello vero, qua'. Non piu' lontano delle nostre braccia.

L'ambiente di cui sentiamo l'odore quando alziamo le braccia, i micro-organismi che vivono nel sudore sotto le ascelle, esseri che vivono in simbiosi con il nostro corpo, e con cui abbiamo un tacito accordo importantissimo per la nostra soppravvivenza come specie.

Se non fosse per la miriade di organismi che vivono all'interno del nostro stomaco noi non riusciremo a digerire, non riusciremo a vivere. Lo stesso vale per gli organismi che vivono nei nostri polmoni, sulla nostra pelle, nel nostro sangue.

Noi umani non siamo solo 'noi', anzi. Il nostro cervello ci puo' illudere della nostra singolarita' egocentrica, dimenticandosi che 'noi' siamo una collaborazione simbiotica di individui.

Per estensione il mio lavoro.


The Hanging Gardens and Other Tales

Questo lavoro e' il frutto di una collaborazione fra me e due ragazzi fantastici Tessa e Karl, insieme Makeshift. Loro sono designers, insegnano anche all'universita' del NSW, e portano avanti anche una pratica all'interno della narrativa artistica da diversi anni.

Non avevamo mai collaborato prima, ma quando ci siamo conosciuti durante una mostra all'aperto che loro curavano, ci siamo piaciuti e ci siamo detti che dovevamo fare qualcosa insieme.

L'anno dopo si e' presentata la possibilita'.

Questo lavoro e' il frutto di noi tre ufficialmente, ma di fatto non sarebbe stato possibile senza l'aiuto e l'energia di una quarantina di altri individui.

Tutti e tre abbiamo un grande interesse verso le piante, ed in particolare come la societa' si relaziona alle piante. Quindi l'idea di chiedere ai nostri amici, conoscenti, vicini nel circondario dove questa particolare istituzione si trovava, di presentarci le loro piante domestiche, quelle a cui sono affezionati, le amiche verdi.

Insieme alla pianta noi si chiedeva anche di compilare un modulo dove si chiedeva il nome della pianta, da quanto vive con loro, istruzioni speciali e un piccola storia sul perche' questa particolare pianta e' speciale.

Il risultato ci ha sorpreso e rallegrato immensamente, le piante hanno cominciato ad arrivare inincessantemente, tramite vie incredibili e impreviste. Avevamo puntato la luce su un'aspetto caro: quanto tanto amiamo la natura, anche se tutto cio' che abbiamo nella nostra vita in citta' e' una piccola piantina sul davanzale.


SquatSpace's Redfern-Waterloo Tour of Beauty

La realta' che ci sta' attorno. Il paesaggio sociale che c'e' non piu' lontano di dove finiscono le nostre dita.

Anche questo e' un lavoro collaborativo, fatto con un gruppo di ragazzi e ragazze con cui lavoro dal 2000. Il Tour of Beauty lo portiamo avanti dal 2005.

Nato come punto di riflessione sull'area di Sydney dove tutti vivevamo fino a pochi anni fa', un' area ad alta desita' di case popolari, con grandi problemi socio-economici e con delle sacche culturali spiccate, al momento per lo piu' Russi, Vietnamiti, Aborigeni e Libanesi cristiani.

Un' area molto vicina al centro di Sydney, che quindi ha sempre avuto gli occhi addosso degli imprenditori immobiliari, che hanno fatto pressione sul governo per far si' che le case popolari venissero smantellate, gli Aborigeni australiani dispersi con i loro problemi e che il resto delle culture fosse trasformato in 'valore culturale' in modo da creare un nuovo quartiere 'multietnico', 'colorato' e con un mercato immobiliare in forte crescita.

Questo processo si chiama gentrificazione.

Noi stessi di SquatSpace, nel giro di 4 anni non potevamo piu' permetterci di vivere in Redfern, gli affitti rincarati a livelli proibitivi. Redfern e' ormai per gli yuppies.

Nel processo di gentrificazione tanta gente viene spinta via, tante storie e collegamenti sociali vengono recisi. Per ceracre di dar forum a tutta la gente che non aveva voce in capitolo abbiamo iniziato i Tours. Prendiamo la gente dalla gallerie, conferenze, festival, dove siamo invitati con il nostro lavoro e li portiamo a vedere con i propri occhi la realta' di Redfern.

Non la realta' dei drogati e delle sommosse raziali, non la realta' delle famiglie di 12 in appartamenti di 3 camere, e la disoccupazione cronica, perche' questa e' la realta' offerta dai media.

Noi li portiamo a parlare con rappresentanti sociali che parlano di cooperazione, di volontariato, di storie di coraggio e speranza davanti a problemi seri e insormontabili. Gli facciamo vedere dei posti che loro di iniziativa propria non avrebbero attraversato.


Questo centra con la Fondazione.

Perche' qua' stai facendo bene o male lo stesso ragionamento. Certo avresti potuto venire qua' e portare grandi idee universali di estetica e filosofia. Ma io non faccio quel tipo di arte.

Io le grandi idee le cerco nel piccolo, nell'immediato, nel vero che ci sta' fra le ascelle e la punta delle dita.


Mi e' interessato molto quando sono venuto l 'altro anno, per una visita preliminare, vedere che c'era in atto una ricerca nel circondario, il progetto Dislocazioni, portato avanti da una serie di individui legati all fondazione. Una ricerca mirata a posizionare la Fondazione nella realta' geografica dove e' situata. Con questo in mente si sono venuti a conoscere I vicini, intervistandoli, si e' fatta ricerca sul parco di Veio, su Prima Porta, su formello, su chi ci vive e cosa fa'.

Venendo qua' ho proposto di continuare su questa direttiva e di agganciarmi a questa vena investigativa, per diversi motivi.

Primo perche' nella mia coscienza sociale e ambientale sono fra quelli che promuovono coesione locale. Se c'e' una cosa che l'uomo deve imparae a fare per far fronte al disastro che ci stiamo tirando addosso e' autosufficienza locale. Non sto' parlando di federalismo stile Lega, sto' parlando di dare forza alla propria realta' locale, perche' li' e' dove vivi.

Secondo perche' nel gruppo piu' immediato a te c'e' gia' tutto cio' che serve per una crescita armoniosa, di pensiero e di fatto. Parlare di arte e natura secondo me vuol dire imparare a rispettare cio' che c'e'. Il rispetto viene dal conoscere, il conoscere dall'ascoltare.

L' arte, forse, deve imparare a stare zitta, insieme a tante altre estravaganti esuberanze umane.

Forse come societa bisogna rendersi conto che i super eroi non sono mai esistiti.

Ma ci sono tantissimi personaggi di enorme importanza nella loro specificita' locale.

Due li abbiamo qua' oggi, grazie per accettare l'invito, Signora Aloisi Masella, esperta della botanica locale, e Ingegnere DeSantis, esperto di questo e altro.