Erbario

Una lista non completa della botanica spontanea che popola la Fondazione.
In ordine di apparizione:


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Euforbia calenzuola, erba calenzuola, erba verdona
Euphorbia helioscopa

Diffusa in gran parte delle regioni del mondo, in Italia e' una specie molto comune su tutto il territorio.
Il termine Euphorbia deriverebbe dal nome del medico greco Euphorbus, che utilizzava il succo lattiginoso prodotto da queste piante nelle sue pozioni. Era il medico personale di Giuba II e fu questo dotto sovrano a denominare così in suo onore la pianta, all'interno di un trattato che scrisse per illustrarne le virtù terapeutiche.
In Fondazione la si trova sopprattutto nei prati di basso, dove l'acqua sgocciola abbondante, rigogliosa in Marzo/Aprile poi pian piano oscurata dalle speci piu' alte.

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Erba cipollina
Allium schoenoprasum

L'erba cipollina è una piccola bulbosa perenne, originaria dell'Europa; è perfettamente adattata a vivere nei nostri climi, e si può coltivare nell'orto o anche in vaso, sul davanzale della cucina, per averla sempre a portata di mano. Produce piccoli cespi di foglie allungate, a sezione tonda, cave al loro intero; si raccolgono solo al momento dell'utilizzo, tagliandole alla base con una forbice, e si usano sminuzzate. Possiamo anche raccogliere le foglie quando sono più rigogliose, sminuzzarle e porle in frizeer per utilizzarle nell'arco dell'anno.
Ci sono due aree in Fondazione dove trovarla abbondante, nel prato di basso in prossimita' della Cassia Bis.


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Calendola dei campi, Fiorrancio selvatico
Calendula arvensi

Distribuita nella regione mediterranea, in Italia è molto comune nel Centro-Sud e nelle isole, ma la si trova anche al nord specialmente in zone favorevoli (laghi), Fiorisce tutto l’anno nei campi. Prati incolti, oliveti, vigneti e bordi stradali da 0 a 600 m.
Calendula deriva dal latino calendae per sottolineare la sua presenza all’inizio di ogni mese e quindi la sua instancabile fioritura.

La si trova un po' ovunque in Fondazione, sopprattuto nelle aree coltivate, vicino all'orto e agli oliveti.
I favoriti dei grandi principi schiudono i loro bei petali
come la calendula sotto l'occhio del sole,
e in loro stessi il loro orgoglio giace sepolto,
poiché, a un cipiglio, essi nella loro gloria muoiono.

Dal sonetto xxv di William Shakespeare 

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Pratolina, pratellina, margheritina
Bellis perennis

Propria dell' Europa e del Caucaso, in Italia e' una specie molto comune su tutto il territorio.
Il termine generico Bellis e quello volgare Bellide sono legati al mito greco secondo il quale una ninfa di nome Bellide, danzando con il suo amante Efigeo, suscitò il desiderio di Vertumno, guardiano della primavera. Questi, innamoratosi della ninfa e in preda alla gelosia, si scagliò sulla coppia. Efigeo, per difendere la fanciulla, lottò contro il dio ma ebbe la peggio. Si narra che Bellide, allora, per sfuggire alle brame dell`aggressore, si tramutò in margherita.Questa piantina e' la regina della Fondazione, presente in ogni parte del terreno e crea delle aree di prevalenza come il giardino tra il vecchio pollaio e i tralici della vite.


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Veronica comune, occhi della Madonna
Veronica persica 

Diffusa in tutta Europa, in Italia e' comune nelle regioni settentrionali e piu' rara in quelle centro-meridionali. Si trova in luoghi erbosi, terreni coltivati e vicino ad abtazioni.
Il nome del genere, fissato nel XVIII secolo da Linneo, già adottato in Inghilterra (1527) e in Francia (1545), dal nome dell’italiana Santa Veronica (1445-1497). Alcune fonti ritengono invece che il nome derivi da Betonica per traslitterazione da V a B, nome che appartiene ad un genere della famiglia delle Labiate, altri vedono una radice in "verus" ed "unicus",o in una fantasiosa unione fra"vires" latino e "nike" greco, ipotizzando “forze vittoriose”. Predilige l'orto, ma la si trova in numeri minori anche nel prato del sud e lungo le strade interne.

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Borsa pastore, cassella, erba di Giuda
Capsella bursa-pastoris

Diffusa in tutte le regioni del mondo, in Italia e' una specie molto comune su tutto il territorio.
La borsa del pastore ha proprietà emostatiche, astringenti, antiemorragiche, in particolare principi attivi presenti nella pianta consentono di far contrarre la muscolatura dell’utero per cui ne frenano le emorragie, regolarizzando il ciclo mestruale. Utile anche nella cura delle epistassi, delle diarree, delle emorroidi e delle varici. Lo stelo fresco, tritato e macerato per 24 ore nell’aceto può essere applicato sulle infezioni cutanee.
Dai semi, in tempo di carestia, si estraeva olio.
Il nome deriva dal latino capsella = cofanetto, piccola borsa, con riferimento alla forma dei frutti, simili alle vecchie bisacce dei pastori.
La si trova sopprattutto lungo le strade interne della Fondazione.

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Malva, melba, madrignola, marva
Malva silvestris

Specie eurosiberiana diffusa in gran parte delle regioni del mondo, in Italia e' molto comune in tutto il territorio, dove viene anche coltivata per le sue proprieta' farmaceutiche.
L' uso della malva e' antichissimo, se ne trovano gia' cenni in epoca romana e greca. Il nome Malva deriva dal latino malva ed ha il significato di molle, cioè capace di ammorbidire.
Crea delle aree di prevalenza lungo le strade interne e vicino alle costruzioni agricole.

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Centocchio, gallinella, erba paperina, beccagallina,
Stellaria spp.

E' considerata una pianta cosmopolita, quindi indigena a tutte le zone del mondo, nessuna in particolare evidenza. Probabilmente si tratta di una pianta archeofita (pianta distribuita dall'uomo) inizialmente di origine mediterranea, e poi in seguito divenuta cosmopolita.
Il nome del genere (Stellaria) è di origine latina e fa riferimento alla forma stellata del fiore.
Pianta molto usata in Omeopatia.
Questa piantina e', insieme alla Veronica, l'infestante piu' importante nell'orto, cresce in fretta e sorpassa le coltivazioni con una rapidita' sorprendente.

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Erba fienarola
Poa pratensi

Originaria dell' Europa, nord Africa e nord America, e' ormai diffusa in tutto il mondo.
Considerata una pianta foraggera molto importante, mentre in alcune zone e' infestante.
Il nome poa deriva dal Greco e vuol dire foraggio.
La si trova ovunque in Fondazione, ed insieme all' Avena e alla Setaria formano la maggiorparte del tappeto erboso nel campo del nord e nel prato del sud.

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Buglossa
Anchusa officinalis

Originaria del bacino mediterraneo e dell' Asia occidentale.
Non molto comune.
Il genere deriva il suo nome dalla parola greca “ankousa”, che significa “belletto”. Nei tempi antichi infatti, si estraeva dalla radice di Anchusa officinalis una tintura rossa che veniva usata nella preparazione dei belletti coi quali le donne greche e romane si truccavano il viso. Il nome specifico deriva dall'utilizzo officinale di tale specie.
E' dotata di proprietà diuretiche, depurative, emollienti e sudorifere, aiuta inoltre a combattere le infiammazioni intestinali.
In cucina si usano le foglie e i fiori come componenti della Misticanza.
In fondazione si trovano alcuni esemplari sulla sommita' del prato di basso.

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Avena selvatica, biada, biavone
Avena fatua

Fa' parte di un genere originato in Eurasia e nord Africa con circa 15 specie, di cui una e' coltivata commercialmente.
I semi maturano nella seconda metà dell'estate e, se raccolti ed essiccati, si possono conservare per diversi anni. Ha una consistenza farinosa e dolce, dal sapore un po 'cremoso. Può essere usato come alimento di base in entrambi i piatti salati o dolci. Il seme può essere cotto intero, anche se è più comunemente macinato in una farina e utilizzato allo stesso modo che si usa l' avena coltivata, soprattutto come porridge, ma anche per fare biscotti, pane, ecc. Si può anche far germogliare i semi per mangiarli crudi o cotti in insalate, stufati, ecc Il seme tostato è un surrogato del caffè.
E considerata un'infestante delle coltivazioni di cereali, anche se e' un cereale esso stesso.
La si puo' trovare ovunque in Fondazione, facilmente riconoscibile in quanto i pennacchi alti sovrastano il resto del tappeto erboso.

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Prugnolo, sgancio, susino selvatico
Prunus spinosa

È una pianta spinosa spontanea dell' Eurasia e Africa settentrionale; cresce ai margini dei boschi e dei sentieri.
I frutti del prugno spinoso sono utilizzati in alcuni paesi per produrre bevande alcoliche  (in Inghilterra lo sloe gin, in Navarra, Spagna, il patxaràn, in Francia la prunelle, in Giappone l' umeshu ed in Italia la prunella il "prospino" e il bargnolino).
La corteccia della pianta era utilizzata in passato per colorare di rosso la lana.
Come medicinale il prugno spinoso è usato come purgante, diuretico e depurativo del sangue.
Il legno, come quello di molti alberi da frutto, è un apprezzato combustibile.
In Fondazione e' facile notare in primavera lungo le rive, dove i fiori bianchi spiccano fra la vegetazione. Si differenzia dal biancospino dalla forma delle foglie che si sviluppano a fioritura finita.

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Pungitopo 
Ruscus aculeatus

Pianta originria del bacino del mediterraneo.
Nella campagne, il Pungitopo veniva usato per proteggere le pannocchie di granoturco esposte ad essicare, si legavano mazzetti della pianta a testa in giù alla base dei pali di sostegno e nelle cantine, posto intorno al formaggio e vicino ai salami, le loro spine aguzze tenevano lontani i roditori; metodo in uso ancor oggi, almeno nella bergamasca dove viene comunemente chiamato Spinasorèch o Spisorèch. La pianta secca legata ad una pertica, era inoltre impiegata, per pulire e spazzare i camini; un sistema veramente efficace che utilizzo personalmente ogni anno alla fine della stagione fredda.
I giovani germogli, possono essere utilizzati cotti, come gli asparagi, il sapore è lievemente più amaro. Attenzione però, la raccolta in alcune zone è proibita, la pianta è protetta, probabilmente ciò è dovuto al saccheggio che ne veniva fatto durante il periodo invernale, in quanto usato per gli addobbi natalizi.
In passato i semi della pianta erano utilizzati come succedaneo del caffè.
In Fondazione ci sono circa 20 cespugli nel boschetto e una quarantina lungo la riva del torrente che confina la proprieta' ad est.
Durante la residenza ci siamo divulgati in diversi risotti e frittate con le parti eduli della pianta:  eccellente!

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Cardo mariano, Cardo santo, Cardo asinino
Silybum marianum

Originario del Kashmir, S.marianum è un'erba infestante ormai diffusa in tutto il mondo temperato.
Il nome del genere deriva dal greco "silybon", termine usato da Dioscoride per indicare un certo numero di cardi commestibili; per quanto riguarda il nome specifico è riferito alla leggenda secondo la quale le macchie bianche sulle foglie sono state originate dalle gocce di latte della Vergine Maria mentre nascondeva ai romani il figlio Gesù, durante la fuga in Egitto.

Il cardo mariano è una pianta officinale, usata per il trattamento delle affezioni a carico del fegato. Per le sue proprietà è usato anche come ingrediente nella preparazione di liquori d'erbe. Il fitocomplesso è stato usato con successo nel trattamento in pazienti affetti da epatite cronica sintomatica con scomparsa completa dei sintomi clinici vedi: astenia, inappetenza,grave meteorismo,dispepsia, subittero e con normalizzazione delle transaminasi. Gli stessi risultati si possono ottenere nei pazienti sottoposti a pesanti cicli di chemioterapia con gravi alterazioni biumorali e cliniche riguardanti la funzione epatica.
In Fondazione si puo' notare in diverse aree in particolare vicino all'orto.

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Trifoglio bianco
Trifolium repens

Piantina cosmopolita e archeofita (distribuita dall' uomo da tempi antichissimi), molto apprezzata come specie da foraggio.
Sono molto interessanti le proprietà medicamentose della pianta: dal trifoglio si estraggono ormoni vegetali (fitormoni), in particolare estrogeni, validi per rallentare l'invecchiamento di cute e mucose.
Il trifoglio (Shamrock) è uno dei simboli non ufficiali dell' Irlanda: la tradizione vuole che sia stato utilizzato dapprima daSan Patrizio, l'evangelizzatore dell'isola, e poi da San Colombano, l'evangelizzatore d' Europa, per spiegare il mistero della Trinita'.
Storicamente fu venerato dai druidi e conosciuto dai Greci e dai Romani per le proprietà curative.
A volte (circa 1 su 10.000) i trifogli possono avere quattro foglie, questi vengono comunemente chiamati quadrifogli e considerati dei portafortuna.
In Fondazione si trova in particolare lungo le strade interne ed in alcune aree dei prati forma zone di predominanza.

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Tarassaco
Taraxacum officnalis

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Papavero
Papaver spp