sabato 5 giugno 2010

GRANDE CERRO

Testo scritto in occasione del progetto “Lanscape Joining The Dots” - 16 maggio 2010



Il cerro che si trova nei campi a sud della Fondazione può essere il punto di partenza per raccontare alcune delle trasformazioni che questo territorio ha attraversato negli ultimi cinquant’anni: gli interventi che la speculazione edilizia avrebbe potuto produrre in questo paesaggio. Non distante da questo albero c’è ancora la traccia di una strada che doveva servire come diramazione della Via Santa Cornelia.
Tra gli anni cinquanta e sessanta erano infatti previste lottizzazioni del territorio per edificare unità abitative residenziali; i terreni da edificabili erano già stati destinati all’agricoltura con la licenza tuttavia ancora di potervi in parte costruire. Uno dei progetti della speculazione prevedeva un centro abitativo con ville, piscine e supermarket, proprio sulla superficie dove si trova il cerro accanto a quella strada che ancora vediamo. Il fatto che tutta questa area di circa dodici ettari sia stata acquistata da un privato nel 1973 ha bloccato, almeno su questa superficie, ogni tentativo di speculazione edilizia. Alla fine degli anni novanta un ulteriore e definitivo provvedimento, ovvero l’istituzione del Parco di Veio, dichiarava tutta la zona che si estende dalla periferia di Roma per una superficie di circa quindicimila ettari, area protetta. Il parco così soggetto a vincolo storico e archeologico, sradicava in maniera definitiva il malcostume politico e anche culturale che per molti anni non aveva che progettato trasformazioni del paesaggio nella direzione della speculazione edilizia e dello sfruttamento commerciale del territorio. Tutto ciò aveva inoltre favorito il fenomeno della cosi detta “edilizia spontanea”, ovvero dell’abusivismo, che ha in pochi anni ha fatto emergere interi quartieri.

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