In prima persona:
Ma tu, che arte fai?
Vorrei qua presentare una piccola rassegna di interventi artistici dell'immediato passato cui io ho partecipato.L'idea e' di creare un nesso fra quello che ho fatto finora con cio' che stiamo facendo qua in Fondazione, sotto l'auspicio del maestro Baruchello e della dottoressa Subrizi.
Presentero' due lavori in particolare; The hanging Gardens and Other Tales (I Giardini Pensili e altre Fiabe) e The Tour of Beauty ( Il Tour del Bello)
Tramite questi due lavori cerchero' di spiegare come mi muovo nel mondo dell'arte e con che mete.
Inanzitutto la maggiorparte del lavoro che svolgo lo faccio in collettive, poche volte lavoro da solo. Certo si puo' obbiettare che nessun essere opera in un vacuum, ma nel mio caso, spesso e volentieri non posso neanche rivendicare paternita' individuale di molti avvenimenti, in quanto la paternita' e' divisa e goduta da tutte le parti. La paternita' e' collettiva.
Questo da' luogo a tutta una serie di strane dinamiche di 'proprieta' artistica individuale' all'interno della paternita' collettiva, dinamiche discusse ed affrontate ripetutamente con i miei collaboratori e collaboratrici, ma non vogliamo parlare di questo.
Con questo intervento si vuole presentare il nesso, fra la mia pratica artistica e la Fondazione Baruchello.
Il mio interesse e' nell'ambiente, ma non nel senso di piante e animali e paesaggi da analizzare, catalogare e presentare in qualche forma esteticamente efficace. Il mio interesse non e' nell'esotico, nel lontano, selvaggio, puro, ancestrale, sacro.
Il mio intersse e' nell'ambiente che ci creiamo attorno, quello vero, qua'. Non piu' lontano delle nostre braccia.
L'ambiente di cui sentiamo l'odore quando alziamo le braccia, i micro-organismi che vivono nel sudore sotto le ascelle, esseri che vivono in simbiosi con il nostro corpo, e con cui abbiamo un tacito accordo importantissimo per la nostra soppravvivenza come specie.
Se non fosse per la miriade di organismi che vivono all'interno del nostro stomaco noi non riusciremo a digerire, non riusciremo a vivere. Lo stesso vale per gli organismi che vivono nei nostri polmoni, sulla nostra pelle, nel nostro sangue.
Noi umani non siamo solo 'noi', anzi. Il nostro cervello ci puo' illudere della nostra singolarita' egocentrica, dimenticandosi che 'noi' siamo una collaborazione simbiotica di individui.
Per estensione il mio lavoro.
The Hanging Gardens and Other Tales
Questo lavoro e' il frutto di una collaborazione fra me e due ragazzi fantastici Tessa e Karl, insieme Makeshift. Loro sono designers, insegnano anche all'universita' del NSW, e portano avanti anche una pratica all'interno della narrativa artistica da diversi anni.
Non avevamo mai collaborato prima, ma quando ci siamo conosciuti durante una mostra all'aperto che loro curavano, ci siamo piaciuti e ci siamo detti che dovevamo fare qualcosa insieme.
L'anno dopo si e' presentata la possibilita'.
Questo lavoro e' il frutto di noi tre ufficialmente, ma di fatto non sarebbe stato possibile senza l'aiuto e l'energia di una quarantina di altri individui.
Tutti e tre abbiamo un grande interesse verso le piante, ed in particolare come la societa' si relaziona alle piante. Quindi l'idea di chiedere ai nostri amici, conoscenti, vicini nel circondario dove questa particolare istituzione si trovava, di presentarci le loro piante domestiche, quelle a cui sono affezionati, le amiche verdi.
Insieme alla pianta noi si chiedeva anche di compilare un modulo dove si chiedeva il nome della pianta, da quanto vive con loro, istruzioni speciali e un piccola storia sul perche' questa particolare pianta e' speciale.
Il risultato ci ha sorpreso e rallegrato immensamente, le piante hanno cominciato ad arrivare inincessantemente, tramite vie incredibili e impreviste. Avevamo puntato la luce su un'aspetto caro: quanto tanto amiamo la natura, anche se tutto cio' che abbiamo nella nostra vita in citta' e' una piccola piantina sul davanzale.
SquatSpace's Redfern-Waterloo Tour of Beauty
La realta' che ci sta' attorno. Il paesaggio sociale che c'e' non piu' lontano di dove finiscono le nostre dita.
Anche questo e' un lavoro collaborativo, fatto con un gruppo di ragazzi e ragazze con cui lavoro dal 2000. Il Tour of Beauty lo portiamo avanti dal 2005.
Nato come punto di riflessione sull'area di Sydney dove tutti vivevamo fino a pochi anni fa', un' area ad alta desita' di case popolari, con grandi problemi socio-economici e con delle sacche culturali spiccate, al momento per lo piu' Russi, Vietnamiti, Aborigeni e Libanesi cristiani.
Un' area molto vicina al centro di Sydney, che quindi ha sempre avuto gli occhi addosso degli imprenditori immobiliari, che hanno fatto pressione sul governo per far si' che le case popolari venissero smantellate, gli Aborigeni australiani dispersi con i loro problemi e che il resto delle culture fosse trasformato in 'valore culturale' in modo da creare un nuovo quartiere 'multietnico', 'colorato' e con un mercato immobiliare in forte crescita.
Questo processo si chiama gentrificazione.
Noi stessi di SquatSpace, nel giro di 4 anni non potevamo piu' permetterci di vivere in Redfern, gli affitti rincarati a livelli proibitivi. Redfern e' ormai per gli yuppies.
Nel processo di gentrificazione tanta gente viene spinta via, tante storie e collegamenti sociali vengono recisi. Per ceracre di dar forum a tutta la gente che non aveva voce in capitolo abbiamo iniziato i Tours. Prendiamo la gente dalla gallerie, conferenze, festival, dove siamo invitati con il nostro lavoro e li portiamo a vedere con i propri occhi la realta' di Redfern.
Non la realta' dei drogati e delle sommosse raziali, non la realta' delle famiglie di 12 in appartamenti di 3 camere, e la disoccupazione cronica, perche' questa e' la realta' offerta dai media.
Noi li portiamo a parlare con rappresentanti sociali che parlano di cooperazione, di volontariato, di storie di coraggio e speranza davanti a problemi seri e insormontabili. Gli facciamo vedere dei posti che loro di iniziativa propria non avrebbero attraversato.
Questo centra con la Fondazione.
Perche' qua' stai facendo bene o male lo stesso ragionamento. Certo avresti potuto venire qua' e portare grandi idee universali di estetica e filosofia. Ma io non faccio quel tipo di arte.
Io le grandi idee le cerco nel piccolo, nell'immediato, nel vero che ci sta' fra le ascelle e la punta delle dita.
Mi e' interessato molto quando sono venuto l 'altro anno, per una visita preliminare, vedere che c'era in atto una ricerca nel circondario, il progetto Dislocazioni, portato avanti da una serie di individui legati all fondazione. Una ricerca mirata a posizionare la Fondazione nella realta' geografica dove e' situata. Con questo in mente si sono venuti a conoscere I vicini, intervistandoli, si e' fatta ricerca sul parco di Veio, su Prima Porta, su formello, su chi ci vive e cosa fa'.
Venendo qua' ho proposto di continuare su questa direttiva e di agganciarmi a questa vena investigativa, per diversi motivi.
Primo perche' nella mia coscienza sociale e ambientale sono fra quelli che promuovono coesione locale. Se c'e' una cosa che l'uomo deve imparae a fare per far fronte al disastro che ci stiamo tirando addosso e' autosufficienza locale. Non sto' parlando di federalismo stile Lega, sto' parlando di dare forza alla propria realta' locale, perche' li' e' dove vivi.
Secondo perche' nel gruppo piu' immediato a te c'e' gia' tutto cio' che serve per una crescita armoniosa, di pensiero e di fatto. Parlare di arte e natura secondo me vuol dire imparare a rispettare cio' che c'e'. Il rispetto viene dal conoscere, il conoscere dall'ascoltare.
L' arte, forse, deve imparare a stare zitta, insieme a tante altre estravaganti esuberanze umane.
Forse come societa bisogna rendersi conto che i super eroi non sono mai esistiti.
Ma ci sono tantissimi personaggi di enorme importanza nella loro specificita' locale.
Due li abbiamo qua' oggi, grazie per accettare l'invito, Signora Aloisi Masella, esperta della botanica locale, e Ingegnere DeSantis, esperto di questo e altro.
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