Cos’ è quella “cosa” rossiccia e lucida, strana e deforme, grande come una noce e “ancorata” ad un rametto secco di quercia, che rischiavamo di calpestare nel parco-giardino della Fondazione?
Non è un frutto. Non è un fiore. Non è un fungo. Neppure un animale e neanche plastica.
E’ una galla o cecidio( dal greco kekís / kekîdos. Zoocecidio se di origine animale; fitocecidio se di origine vegetale), una piccola meravigliosa mostruosità della natura: possiamo infatti considerarla un “affascinante tumore vegetale” ( escrescenza ipertrofica o iperplastica): un attacco parassitico di funghi o batteri che ricavano la loro sede di sviluppo, o la deposizione di uova di insetti che creano il “nido” per le loro larve, fanno letteralmente “impazzire” la produzione delle cellule di foglie, rami o radici in cui hanno prodotto o iniettato sostanze chimiche e velenose.
In Italia le quercie sono la specie prediletta soprattutto da alcuni simpatici e mefistofelici insetti simili ad una vespa della famiglia delle Cynipidae.
Questi rigonfiamenti contengono acido gallico ricco di tannini e le soluzioni acquose in esso contenute ossidandosi all’ aria, donano un colore bruno-rossastro alla superficie esterna, a volte leggermente collosa.
Esistono varie tipologie di galle a seconda del parassita e della pianta.
Creare una malattia per assicurarsi la vita. Quasi paradossale ma incredibilmente naturale.
E sembra capitare per caso quest’ incontro curioso e accidentale dopo aver discusso a lungo sul diabolico punteruolo rosso…
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