domenica 16 maggio 2010

FORMICHE

Testo scritto in occasione del progetto “Lanscape Joining The Dots” - 16 maggio 2010



formica: insetto imenottero di piccole dimensioni, con corpo snello, capo grosso, addome peduncolato; vive in comunità organizzate, costituite da individui differenziati (maschi e femmine, con le ali; operaie, senz’ali). Dal dizionario alla terra.
punti di vista: imparare ad osservare ciò che non è alla nostra altezza. L’altezza è in fondo relativa. Chinarsi ad osservare la macchia stonata di un prato, dove l’erba si dirada. Si apre un
mondo dislocato:
comunità di individui intenti nella costruzione del proprio presente e quindi del futuro, in un lavorio intenso e ritmico nel suo moto labirintico, nel trasporto di cibo. Previdenza per un inverno che come ogni anno ritorna. Ogni individuo lavora in funzione del benessere della comunità. Le strutture abitative dove vivono variano notevolmente in relazione al materiale che trovano e al clima di un determinato ambiente. Di conseguenza, anche la loro organizzazione sociale varia notevolmente da gruppo a gruppo e pertanto le loro abitudini sono varie. Gli individui passano il tempo in cui non nutrono la prole o raccolgono il cibo nell'ambiente esterno, dedicandosi alla cura del corpo o al gioco. Poche parole: comunicano fra loro mediante l'invio nell'ambiente di una sostanza chimica volatile che percepiscono per mezzo dell'olfatto. Cosa abbiamo appreso? - Una umana descrizione, che poco calza all’uomo odierno. - La descrizione di un insetto, del misero per noi, per antonomasia. - Che l’uomo può essere più misero della formica stessa. Ma non per questo siamo pessimisti.
Dalla realtà al mito…e viceversa:
i Mirmidoni, antico popolo della mitologia greca, discendevano dalle formiche, trasformate in uomini da Zeus per preghiera di Eaco, per ripopolare l’isola di Egina devastata da una pestilenza. Seppure la miseria devastasse il mondo, il misero darebbe nuovo inizio.

2 commenti:

  1. molto bello questo posto Letizia.
    Huradando la formiche siamo pero' confrontati da una realta' sociale molto vicina a noi.
    le formiche creano un ecosistema esvlusivo attorno al proprio nido, che di fatto prende controllo di cio' che cresce o meno nel luogo.
    In qualche modo si potrebbe dire che la societa' delle formiche inquina tanto quanto una societa' umana.
    da qui' la domanda, ma se la supremazia a livello di conglomerato sociale di qualsiasi specie effettivamente implichi una esclusivita' biofisica?
    se solo per il fatto che ci sia una societa' per forza ci deve essere una riduzione nella biodiversita'? l'uno intrisico all'altro?

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  2. credo che la tua domanda sia molto interessante, e utile a smentire l'alone di santità altrimenti attribuibile a questo insetto.
    un sistema biodiverso è un sistema complesso. secondo le leggi della termodinamica, che hanno trattato il valore entropico, l'entropia tenderebbe al massimo in un sistema isolato. ora, se per entropia si intende il livello di disordine, probabilmente la supremazia di un qualsiasi conglomerato sociale implicherebbe una riduzione della esclusività biofisica, un degrado del sistema.
    ma per entropia si intende anche complessità. in questo caso l'esistenza di una società potrebbe anche implicare una salvaguardia di questa complessità dal momento che la complessità stessa della società umana puù riflettere ontologicamente, e connettere i suio saperi a questo scopo.
    in parole più chiare: le formiche inquinano, ma in maniera ridotta (in proporzione) rispetto all'uomo. l'uomo può inquinare di più perchè è più complesso, ma questo può giocare a suo favore, dal momento che è la sola specie in grado di attuare una riflessione "sul proprio essere fenomeno naturale".
    meta-fisica.

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