martedì 25 maggio 2010

COCUZZOLO

Testo scritto in occasione del progetto “Lanscape Joining The Dots” - 16 maggio 2010




Dal “cocuzzolo”, il picco di una bassa collina dalla quale è possibile osservare l’intero campo a nord della Fondazione, si ha l’illusione di poter controllare la crescita, il cambiamento e l’evoluzione delle specie che lo abitano. La saggezza convenzionale con la quale ci illudiamo di rispettare ogni altra forma di vita ed in particolare le specie vegetali, è spesso il frutto di un articolato stratagemma dell’opulenta società contemporanea. Cambiamenti vengono oggi pensati dall’uomo quali lungimiranti soluzioni ai problemi ambientali, rimedi necessari ad arginare una eco-emergenza che investe tanto l’ambiente quanto, indirettamente, l’uomo.
Il disagio della società industriale nell’interpretare un ruolo improprio alla sua natura, palesa una tendenza antropocentrica nella ricerca di possibili soluzioni. Quando detto implica una propensione globale ad assumere un comportamento attento alle necessità dell’uomo mediate l’ambiente, e non il suo opposto. Il valore della società moderna nel suo ecosistema è indubbiamente incalcolabile, diversamente dal suo opposto in cui una civiltà stima, con metodo scientifico, il valore fisico dell’ambiente in cui si trova.
Consapevolezza, sensibilità e salvaguardia dell’ambiente, sono per l’uomo una necessità essenziale. I molteplici significati dell’ambiente, sempre in trasformazione, sono una questione non soltanto da comprendere ma da produrre, da fare, non dimenticando che parte di questi significati sono espressioni di modelli culturali della società che li produce.
Possiamo pensare all’ambiente non in relazione alle nostre necessità? Come scriveva il padre del pragmatismo William James “Il vero è solo il conveniente nel campo del pensiero, come il giusto è il conveniente nel campo del comportamento”.



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